< Storie Vere e Fantastiche dell'Isola di Sardegna >
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Angelo Meridda Dessena
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I L C U O R E V O L A N T E
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Favola per i più piccoli
da colorare e completare con disegni
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FEBBRAIO 2005
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A tutti i bambini del Mondo
perché imparino sin da piccoli
che “donando gli organi”,
spesso da un grande dolore
nasce un’immensa gioia….
…….. “La VITA”
Angelo Meridda Dessena
<< “ Con le loro mani ridonavano la vita ! ”>>
(Alessandro Ricchi, Antonio Carta, Gian Marco Pinna)
§- Questa storia è stata scritta per ricordare
i medici ed i piloti morti nell’incidente
aereo avvenuto nel 2004 nei pressi di Cagliari
mentre trasportavano un cuore da trapiantare.
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<< Lapide all'Ospedale Brotzu di Cagliari che
ricorda il sacrificio di questi EROI >>
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§ - I tre medici morti nell’incidente aereo ai quali
il 29 Marzo 2004 il Presidente Della Repubblica
Carlo Azeglio Ciampi ha conferito
La Medaglia D’oro
“ Al Merito della Sanità Pubblica “
A guidare l'equipe c’era il dottor Alessandro Ricchi, 52 anni, di Pavullo Frignano, in provincia diModena, direttore del centro trapianti dell'ospedale Brotzu di Cagliari dovelavorava dal 1987.
Il medico Antonio Carta, di 38 anni, originario di Ghilarza, figlio di Giuseppe e Palmira Manca, era uno dei piùgiovani cardiochirurghi dell'equipe di Ricchi. Ufficiale Medico nella Brigata Sassari, dopo aver lavorato per due anninell'ospedale di Cuneo, era stato chiamato a far parte del repartodell'ospedale Brotzu e si era rivelatosubito uno dei più preziosi collaboratori, sempre pronto a partire per correre a recuperare un cuore datrapiantare. Nel 1994
Carta e Ricchi furono coinvolti in un grave incidente stradale sulla"Carlo Felice" mentrerientravano da Sassari al Brotzu con un cuore da trapiantare.
Il tecnico Gian Marco Pinna, 48 anni, originario di Sassari, sposato con duefigli, lavorava nella cardiochirurgia dell'ospedale Brotzu fin dal 1988, datain cui Valentino Martelli era rientrato in Sardegna da Londra e aveva creato lastruttura. Pinna era subito entrato afar parte dell'equipe e la sua specialità era quella di far funzionare lemacchine della circolazione extracorporea.
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IL C U O R E VOLANTE
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Favola per i più piccoli
da colorare e completare con disegni
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TESTO, DISEGNI e REALIZZAZIONE
di
Angelo Meridda Dessena
Milis - Febbraio 2005
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Quando ero piccolo anch’io
ciucciavo per dormire.
(colora il disegno con i
colori che preferisci)
DISEGNA QUI’ COME PENSI CHE SIANO
I CUORI DEI BAMBINI
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IL C U O R E VOLANTE
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Tanto tempo fa, non ricordo bene quando, sono nato nel petto
di un bambino che si chiamava Riccardo. Allora ero veramente
molto piccolo ma battevo regolare e veloce come tutti i cuori
sani del mondo.
Riccardo era un bambino vispo che mangiava continuamente ;
mangiava e cresceva, cresceva e mangiava ed io crescevo sano
e robusto assieme a lui.
Gli anni dell’infanzia passati assieme a Riccardo sono stati
bellissimi, allegri e spensierati, giocando e ridendo continuamente
senza problemi, preoccupazioni o dolori particolari ad eccezione
di qualche caduta o leggero malessere ; cose che però succedono
a tutti i bambini.
A dirvi la verità io adoravo le feste come i compleanni, Natale,
Pasqua e così via perché allora si mangiavano tanti e tanti dolci
buonissimi che mi facevano sentire come se fossi ubriaco.
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Cuore innamorato.
(colora il disegno con
i colori che preferisci)
DISEGNA QUI’ TANTI CUORI INNAMORATI
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L’emozione più grande la provai quando Riccardo si innamorò
per la prima volta. Ricordo di essermi gonfiato come un pallone
e di essere diventato più rosso di un pomodoro. Battevo come un
tamburo che suona la carica ed il sangue che scorreva dentro di
me era diventato tanto caldo da farmi quasi svenire.
Riccardo si innamorò tante altre volte ma, forse perché mi ero
ormai abituato, non provai più quello stordimento della prima volta.
Tutto scorreva tranquillamente e la mia vita con Riccardo non
sembrava molto diversa da quella di tanti altri giovani. Lui però,
per fortuna, non prese mai il vizio del fumo, non gli piaceva
il sapore e l’odore che paragonava a quello di un mondezzaio
bruciato; anche la droga e l’alcol non lo interessavano : lui era
un “atleta”! Un giorno però Riccardo conobbe un gruppo di
ragazzi strani ; parlavano continuamente di voli, di adrenalina
(una sostanza prodotta dal corpo umano che fa battere il cuore
a mille all’ora), di emozioni indescrivibili e di tante altre cose
che a Riccardo sembravano interessare tantissimo.
Io, a dire il vero, non capivo cosa potesse esserci di tanto
interessante ma ben presto dovetti ricredermi.
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Così diventai dopo il lancio con l’elastico; altro che emozioni o piacere !
(colora i disegni con i colori che preferisci)
FAI QUI’ I TUOI DISEGNI
Una mattina gli amici di Riccardo vennero a prenderlo dicendo
che sarebbero andati a fare “Bungee Jumping “, un nome strano,
che io non avevo mai sentito, ma in seguito seppi, a mie spese,
che voleva dire “ saltare con l’elastico “.
Quando giungemmo su di un ponte tutti scesero dalla macchina
e si affacciarono al parapetto; lo spettacolo mi fece rabbrividire.
In fondo ad un profondissimo burrone scorreva un fiume ed io,
che avevo sempre sofferto di vertigini, chiusi gli occhi e li riaprii
solo quando Riccardo si allontanò dal parapetto.
Subito tutti si misero ad armeggiare attorno ad un lungo elastico
e, mentre lo legavano al parapetto del ponte ed alle caviglie di
Riccardo, parlavano continuamente di emozioni, adrenalina, piacere,
volo d’angelo e così via tutte cose di cui io non riuscivo a capire
il significato.
Poi Riccardo si mise in piedi sul parapetto del ponte e, senza
che io avessi neanche il tempo di avvertirlo del pericolo, si
lasciò cadere nel vuoto.
Dallo spavento mi fermai, diventai bianco come un lenzuolo e
cominciai a tremare tutto.
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Ormai ero ridotto ad uno straccio
quasi da buttare.
(colora i disegni con i colori che preferisci)
FAI QUI’ I TUOI DISEGNI
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Cademmo nel vuoto a folle velocità dritti verso le rocce che
affioravano dall’acqua del fiume ma quando pensavo che ormai
fosse giunta la fine l’elastico si tese al massimo e ci riportò
verso l’alto.
Continuammo a fare l’altalena attaccati all’elastico per un quarto
d’ora e più e durante tutto quel tempo io penso di non aver
“battuto” per più di cinque o sei volte per lo spavento.
Per la mancanza di sangue Riccardo era diventato pallido come
un morto e gli amici dovettero fargli un massaggio cardiaco per
rianimarlo.
Nonostante tutto questo, quando si riprese, disse che era stato
bellissimo e che voleva riprovare.
E’ inutile che vi dica che da quel giorno la mia vita diventò
un continuo “Inferno Volante”.
Gli amici di Riccardo le inventavano tutte per farmi prendere
un infarto.
Dopo l’elastico pensarono ai lanci col paracadute, quello che
chiamavano normale e quello ad apertura ritardata; povero me !!
Non vi racconto tutti i particolari: potete immaginarveli.
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Così diventavo quando
correvo con la moto.
(colora i disegni con i colori che preferisci)
FAI QUI’ I TUOI DISEGNI
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Poi giunse il tempo della motocicletta. Nonostante ci fossero
tante belle strade, diritte ed asfaltate, Riccardo ed i suoi amici
sceglievano solo strade in salita, in discesa, col fondo sconnesso,
roccioso o sabbioso ed insomma tutto ciò che era anormale e
pericoloso.
Per provare brividi sempre più forti, dicevano, bisognava sfidare
la fortuna e così un giorno sistemarono un trampolino dal quale
poter saltare giù con la moto a folle velocità in una profonda
e ripida scarpata perché solo così potevano provare l’emozione
del volo senza ali né paracadute.
Per primi saltarono due amici di Riccardo che dopo un pauroso
volo arrivarono in fondo alla discesa e tornarono indietro sani e
salvi.
Poi toccò a noi due; io, ormai abituato a tutte le stranezze e
pazzie, non mi resi conto di quello che successe realmente.
Ricordo solo, dopo essere partiti, un gran rumore, molto fumo,
tanta polvere ed un colpo fortissimo che mi fece svenire.
Non so esattamente per quanto tempo rimasi svenuto e quasi
fermo.
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Ecco come ero quando mi
risvegliai nella sala operatoria.
(colora il disegno con i
colori che preferisci)
FAI QUI’ I TUOI DISEGNI
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Quando cominciai a svegliarmi mi accorsi di essere in un
posto strano e sconosciuto.
Non sentivo più Riccardo e neanche i soliti e conosciuti
comandi che in genere mi giungevano sempre dal suo cervello.
Un comando sconosciuto, che mi obbligava a battere contro
la mia volontà, non veniva dal corpo di Riccardo ma
dall’ambiente esterno dove sentivo parlottare e confabulare senza
capire cosa dicessero o facessero.
Passarono così molte ore ed io in tutto quel tempo tentai
in tutti i modi di mettermi in comunicazione con Riccardo
ma per quanti sforzi facessi non riuscii a sentirlo muovere o
respirare.
Ad un tratto le voci attorno a me si fecero più forti e riuscii
a capire qualche parola : << taglia, tira, allarga bene !! >> e fu
così che all’improvviso il petto di Riccardo si aprì ed una luce
accecante mi fece chiudere gli occhi.
Quando piano piano riaprii gli occhi vidi due mani insanguinate
che si allungavano verso di me, mi presero delicatamente e mi
misero dentro una grande scatola.
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Per fortuna la scatola dove
mi avevano messo era molto
robusta e così mi salvai dal-
l’incidente aereo.
( colora il disegno con i
colori che preferisci )
FAI QUI’ I TUOI DISEGNI
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Dentro quella scatola cera un freddo terribile ed io, abituato al
calduccio del petto di Riccardo, tremavo come una foglia mossa
dal vento.
Subito numerosi e continui scossoni mi fecero capire che
qualcuno stava trasportando la scatola camminando a passo
svelto e poi ebbi la sgradita sensazione di volare.
Il freddo però cominciò a farmi venire il sonno e così ben
presto mi addormentai.
Non posso dirvi quanto tempo passai al freddo dentro quella
scatola ma all’improvviso un boato e fortissimi scossoni mi
svegliarono.
La scatola era sicuramente caduta e rotolata in malo modo
perché mi sentivo tutto pesto e dolorante.
Fortunatamente era stata fatta con materiale robusto e non
si ruppe altrimenti anch’io avrei fatto una brutta fine.
Mi sforzai di restare sveglio per ascoltare e cercare di capire
cosa fosse successo ma, nonostante i miei sforzi, non si sentiva
proprio nulla.
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Stranamente il volo
con l’Angelo non mi
spaventò.
(colorail disegno con i colori che preferisci)
FAI QUI’ I TUOI DISEGNI
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Passarono alcuni minuti ed ecco che qualcuno aprì la scatola.
Alla debole luce del mattino nebbioso vidi una bellissima
figura tutta lucente, con due grandi ali bianche ed i lunghi
capelli color d’oro che allungò delicatamente le mani verso
di me e mi tirò fuori dalla scatola.
<< Chi sei ? >> gli chiesi, << puoi spiegarmi, per favore,
cosa mi sta succedendo ? >>.
<< Sono un “Angelo Custode” >> mi rispose << e sono
venuto qui per portarti dalla persona che io proteggo e che
sta molto male.
Il suo cuore, a causa di una grave malattia, sta per morire
e tu avresti dovuto sostituirlo ed è per questo che i medici
ti stavano portando da lui dopo che il tuo Riccardo è morto.
Purtroppo un tragico incidente ha fatto cadere l’aereo che
ti trasportava e così sono morti tutti , i medici ed i piloti.
Tu solo ti sei salvato ed io sono venuto a prenderti per
portarti all’ospedale dal mio protetto >>.
Detto questo si alzò in volo e ci dirigemmo veloci verso
una grande città che si vedeva in lontananza.
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Su di un letto un uomo stava
immobile come se fosse morto.
(colora il disegno con i colori
che preferisci)
FAI QUI’ I TUOI DISEGNI
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Dall’alto si vedeva un bellissimo panorama; il mare azzurro,
un grande stagno con dentro tanti strani uccelli colorati di
biancoe di rosso e poi tante e tante case, grandi, piccole, alte,
basse e per le strade tantissime automobili che facevano un
rumore assordante.
Io, stando dentro il petto di Riccardo, non avevo mai visto
tante cose così belle e, per la prima volta nella mia vita, mi
piacque moltissimo volare perché solo così potevo vederle.
Poi volare tra le mani delicate dell’Angelo era molto bello e
rassicurante e, se non avessimo avuto tanta fretta, lo avrei
sicuramente pregato di portarmi a fare un bel giro turistico.
L’Angelo si diresse verso un grande edificio a più piani ed
entrò dentro una finestra rimasta un po’ aperta.
Nella stanza c’era un uomo, coricato in un letto, così pallido
ed immobile da sembrare morto.
L’Angelo si avvicinò al letto e mi poggiò sul petto del povero
malato e subito mi trovai dentro la sua gabbia toracica, calda
ed accogliente come lo era stata quella di Riccardo.
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Pietro era “Un Nonno” ed
aveva tanti bei nipotini ai
quali raccontava sempre
storie bellissime.
(colora il disegno con i
colori che preferisci)
FAI QUI’ I TUOI DISEGNI
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Dentro il petto del malato trovai un cuore tutto secco e nero
che batteva molto lentamente ed in modo irregolare ed io lo
pregai di farmi posto e mi misi subito a battere come la carica
dei bersaglieri durante le parate di rappresentanza.
Il sangue riprese subito a circolare ossigenato e caldo ed
il malato ebbe un sussulto, si mise a sedere sul letto e cominciò
a strofinarsi le mani, il viso, il petto e tutto il corpo come se
si fosse seduto su di un nido di formiche rosse. <<Pietro,Pietro!!>>
sentii qualcuno chiamarlo e così seppi il nome del mio nuovo
compagno. Subito nella stanza ci fu un grande trambusto e molti
gridavano :<< è un miracolo, un miracolo!! >> poi piano piano ritornò
la pace e Pietro si addormentò tranquillo e beato senza più
ansimare e senza tubi e tubicini che lo univano alle macchine.
Quando tornammo a casa feci una graditissima scoperta : Pietro
era “Un Nonno” ed aveva tanti nipotini ai quali raccontava sempre
delle bellissime favole che a me piacevano moltissimo.
La vita serena e tranquilla che ho trascorso con Pietro mi ha
ripagato di tutte le disavventure e le pene passate con Riccardo.
Ciao ciao bambini vi voglio un mondo di bene……
Il Vostro Cuore
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ANGELO MERIDDA DESSENA
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