"Su Diaulu" (L'attizzatoio) Questo barattolo  aperto con un manico in fildiferro serviva per attizzare il fuoco. Infatti la corrente d'aria ascendente che si creava favoriva l'accensione veloce del fuoco. "Scaldaletto" Questo   mattone veniva scaldato nel fuoco  e poi, dopo averlo avvolto in un  panno, veniva infilato dentro  il letto per scaldarlo. Spesso veniva anche usato per curare "Su Dolore 'e Costazzu" "La Polmonite" scaldandolo e poggiandolo sui fianchi. Gli scarponi venivano messi sul bordo del braciere per asciugarli e scaldarli. Questi scarponi chiodati appartenevano al signor Raimondo Frongia di Arbus, classe 1869. Anche il surrogato delle calze, "le pezze da piedi", venivano stese ad asciugare e a scaldare. Con questi due pezzi di tela venivano avvolti i piedi prima di infilarli negli scarponi. "Su Bistoccu" era una specie di pugnale con manico lungo che veniva riposto dentro la bisaccia ed usato in caso di pericolo. Era una riproduzione miniaturizzata del grande "stoccu" che sta vicino alla porta d'ingresso. Quando le autorità  avevano vietato di circolare armati di "Stoccu", i Sardi ne avevano ridotto le dimensioni tanto da poterlo tenere nascosto dentro la bisaccia. Lo avevano chiamato "Bistoccu" per confonderlo con una varietà  di pane che veniva portato in campagna dentro la bisaccia. "PORTO BISTOCCU IN BERTULA" (Ho il Bistoccu nella bisaccia) dicevano a chi li avvertiva di un qualche possibile pericolo facendo intendere di essere ben armati. In questo modo  chi non era del mestiere capiva solo che quello aveva il pane nella bisaccia.   |