LA PRIMA GUERRA MONDIALE NELLE FOTOGRAFIE DELL'OZIERESE GAVINO MERIDDA Dal 1917 al 1918 Se qualcuno riconosce i luoghi o le persone che appaiono nelle fotografie, se vuole, può comunicarmelo al mio indirizzo angelomeridda@gmail.com Durante la scuola per diventare pilota era stato destinato a Torino, all'aeroporto di Malpensa vicino a Milano, all'aeroporto di Foggia Nord e di Centocelle vicino a Roma. Dopo la nomina a Pilota venne in un primo tempo destinato alla 22° Squadriglia Aeroplani Mobilitata e dislocata all'aeroporto di Campoformido vicino ad Udine. In seguito venne assegnato alla 38° Squadriglia aeroplani Mobilitata e dislocata all'aeroporto di Malcontenta vicino a Venezia. Sappiamo però che la sua squadriglia si era spostata anche nei campi di aviazione di Casoni di Bassano, Padova, Aiello e Casale. In alcune fotografie delle quali si è conservata la stampa originale è stata posta sul retro, dall'autore, un'annotazione che in genere riporta la data ed il luogo dove sono state fatte. Si tratta di apparecchi S. P. 3 schierati nel campo di aviazione << Apparecchio Pomilio fracassato in un atterraggio fuori campo - Aiello - >> Si tratta dello stesso aereo fotografato da tre diverse angolazioni. << app(arecchio) S. P. (Savoia Pomilio) sull'attenti >> Diceva mio padre che questo tipo di incidente era molto comune sia in fase di decollo che di atterraggio; una pietra o altro bloccavano le ruote ed il muso dell'aereo si puntava per terra. <Esercizi brevetto - Foggia -> Il primo in alto da sinistra è Gavino Meridda alla "Scuola di Volo di Foggia Nord" con un apparecchio Farman d'addestramento, i compagni allievi pilota come lui e gli istruttori. (la fotografia è del mese di Maggio del 1917) La scritta non si capisce. Forse si tratta dell'aereo da caccia Inglese - Sopwith F 1 Camel - In primo piano al centro è Gavino meridda. Dietro questa fotografia c'è la data: 22 - 6 - 1918 tre giorni dopo la caduta di Francesco Baracca sul Montello. Si stavano preparando le squadre di soccorso alle quali aveva partecipato anche Gavino Meridda. L'aereo di FRANCESCO BARACCA dopo la caduta sul Montello. Mio padre raccontava che quel giorno, il 19 Giugno 1918, si trovava in un campo di volo vicinissimo al fronte (forse quello di Arcade) da dove, assieme ad altri militari, osservavano le evoluzioni che Baracca faceva col suo aereo sulle trincee austriache. Ad un certo punto l'aereo era scomparso alla vista e tutti capirono che era caduto. Essendo caduto in territorio occupato dal nemico poterono raggiungere il luogo solo alcuni giorni dopo. Mio padre arrivò sul posto il 24- 6 - 18, come risulta dall'annotazione scritta dietro la sua fotografia. Il militare al centro della fotografia col cappello in mano che guarda i resti dell'aereo di Baracca è Gavino Meridda che aveva dato la sua macchina fotografica ad un amico per fargli una fotografia in ricordo di quel triste avvenimento. PILOTI DI RISERVA PER IL VOLO SU VIENNA Mio padre raccontava che era stato scelto, assieme ad altri, come pilota di riserva per il “Volo su Vienna” fatto da Dannunzio il 9 Agosto 1918. Un simile evento avrà coinvolto sicuramente tantissima gente e avere un certo numero di piloti di riserva era necessario vista la facilità con cui tutti i piloti, anche i più bravi, potevano andare incontro ad incidenti anche mortali. Solo un mese prima, infatti, il 7 Luglio 1918 il Capitano Rizzani assieme al Capitano Bourlot erano morti nella caduta dell’aereo S.V.A. che avrebbe dovuto usare Dannunzio per il volo su Vienna. Le immagini che seguono si riferiscono ad un grave incidente occorso a mio padre il 17 Settembre 1918 che per poco non gli costò la vita. A questo episodio ho dato il titolo del "pilota innamorato" viste le modalità e le cause che determinarono l'avvenimento all'origine del quale c'era sicuramente un sincero sentimento d'affetto e d'amore per una ragazza altrimenti avrebbe approfittato dell'occasione per partirsene insalutato ospite. Si trovava all'aeroporto di Casoni (vicino a Bassano del Grappa) e Poiché doveva spostarsi in un altro aeroporto assieme alla sua squadriglia, aveva deciso di andare con l'aereo ad avvertire la sua ragazza che abitava poco lontano verso le colline (così lui raccontava). Gavino Meridda fotografato mentre salutail meccanico ed il motorista che gli avevano preparato l'aereo (un Pomilio da ricognizione con motore da 300 cavalli Fiat per pilotare il quale aveva presol'abilitazione solo tre giorni prima) L'annotazione dietro la fotografia: <<17 Settembre 1918 - ore 18.07 -Campo di Casoni - PARTENZA>>. Diceva che poiché doveva partire da solo, al posto dell'osservatore/ mitragliere, avevano messo un sacco di sabbia per bilanciarne il peso come era abitudine fare. Ma il sacco di sabbia era troppo pesante e l'areo tendeva ad abbassarsi di coda per cui lui, ogni tanto, doveva raddrizzarlo agendo sui comandi. Dopo circa tre minuti di volo era arrivato sopra la casa della sua ragazza e volando basso attorno alla casa, col motore al minimo, si era messo a parlare dimenticandosi di raddrizzare l'aereo che nel frattempo si era messo quasi in verticale. Quando si era reso conto del pericolo aveva accelerato al massimo il motore che però, per quanto molto potente, non era riuscito a tirare su l'aereo che era caduto di coda Nella caduta si era rotto l'albero, l'aereo ed anche il pilota. Dietro questa fotografia aveva scritto: ore 18,10 "ARRIVO" Chissà che terribile spavento si sarà preso quella povera ragazza nel vedersi cadere addosso un aereo così grande che, col motore al massimo, faceva sicuramente un rumore assordante e poi lo schianto ed i pezzi dell'aereo che volavano da tutte le parti . Di questo particolare però mio padre non ha mai parlato. Diceva solo che, tutto pesto e dolorante, si era svegliato qualche ora dopo all'ospedale da campo di Cittadella vicino al campo d'aviazione di Casoni. In seguito venne ricoverato all'ospedale di Padova dove rimase circa un mese. Dietro questa fotografia aveva scritto: "EPILOGO" (Tra le varie ferite riportate nell'incidente si era fratturato il malleolo del piede sinistro che si era saldato male provocando la rigidità del piede (anchilosi tibio tarsica). A causa di questo ha zoppicato, appog- giandosi ad un bastone, per il resto della vita). Nessuno in famiglia ricorda il luogo ed il nome della ragazza che lui avrà sicuramente detto e perciò chiedo che, se qualcuno della zona attorno a Casoni ha mai sentito qualcosa su questo fatto (la caduta di un aereo non era una cosa così comune), me lo comunichi, se vuole, al mio indirizzo di posta elettronica -angelomeridda@gmail.com-. Annotazione dietro la fotografia: "Campo di Aviazione di Casoni 10 - 6 - 1918" LOCALITA' SCONOSCIUTA Questa fotografia rappresenta sicuramente un incidente aereo a liete fine. Alcuni dei personaggi sono allegri e sorridenti. Dietro il gruppo di persone si vede molto fumo causato da un incendio di discrete proporzioni. I soldati sulla sinistra hanno dei secchi ed altri recipienti per l'acqua. Il personaggio al centro è un pilota d'aeroplano perché ha l'aquila sulla manica della giubba. La ragazza sulla destra sorride e si copre la bocca con la mano. Particolare della foto precedente: Uno dei soldati ha in mano una pentola che sembra piena. Quello di fronte e di profilo sono sorridenti segno che non c'è stato nulla di grave. Particolare Il pilota appare un po frastornato ed ha la giubba e la camicia sbottonate come se avesse cercato di togliersele in tutta fretta. Nella mano destra stringe un fazzoletto bianco col quale, forse, si ha pulito il viso o asciugato il sudore. Non ha il casco ed il pesante giubbotto in pelle che avevano tutti i piloti durante il volo e che forse si è tolto perché aveva preso fuoco. I'incendio dell'aereo era la cosa che più temevano tutti i piloti. (Il soldato dietro di lui sorride felice per lo scampato pericolo del commilitone). Nel riquadro a destra si vede un personaggio molto rassomigliante al pilota di questa foto. Il ritaglio è stato preso da una fotografia fatta da Gavino Meridda nel 1919 mentre è in barca assieme ad altri colleghi e che è pubblicata nella pagina che riguarda il 1919-1924. Il personaggio sulla sinistra, con la giacca sbottonata, potrebbe essere l'Osserva- tore/Mitragliere che era sull'aereo incendiato. L'incidente deve essere avvenuto presso una casa colonica per la presenza di un civile, la ragazza che sorride e forse si tiene sulla bocca un fazzoletto per proteggersi dal fumo. Anche il soldato in fondo, in maniche di camicia, è allegro e sorridente. Dietro la fotografia originale c'è scritto: "Apparecchio rotto in seguito a brusco atterraggio" Dietro le fotografie originali c'è scritto: "Aereo rotto in seguito a brusco atterraggio" Dietro la foto originale c'è scritto: "S. P. cappottato" (S. P. = Savoia Pomilio) Nessuna scritta dietro la fotografia dell'aereo incidentato. Un dirigibile. Persone sconosciute. Sconosciuto. Sconosciuto. Sconosciuto. GAVINO MERIDDA Gavino Meridda, zona di Tarvisio 1917. Già pilota era andato a trovare i compagni rimasti alla 120° Batteria d'Assedio. Si notino in fondo le selle dei muli ed un carretto utilizzati per il trasporto dei materiali occorrenti alla Batteria. Il secondo da sinistra è Gavino Meridda. Sergente GAVINO MERIDDA Campo Scuola di "Foggia Nord" In alto, il primo da sinistra è Gavino Meridda. In questa e nella foto che segue, l'aereo è un Farman usato nelle scuole di volo infatti si tratta degli istruttori con gli allievi piloti. PILOTA SCONOSCIUTO Dietro questa fotografia c'è scritto: Casale 1917 Umberto Angoletta COLLEGHI ? Queste due fotografie possono essere considerate degli "Exvoto". A sinistra Gavino Meridda e a destra il suo compagno di volo l'Osservatore/Mitragliere (sconosciuto) fotografati a Padova davanti alla chiesa di Sant'Antonio dopo aver acceso davanti alla statua del santo un grosso cero ciascuno come ringraziamento per uno scampato pericolo. La notte precedente rientrando da un volo dovevano atterrare a Malcontenta vicino a Venezia ma giunti sulla città si erano spente tutte le luci comprese quelle dell'aeroporto. Allora avevano proseguito verso Padova ma anche li avevano spento tutto perché a terra non potevano sapere se l'aereo era amico o nemico. Gavino Meridda raccontava di aver atterrato a memoria; giunto dove pensava potesse essere la pista di atterraggio si era abbassato piano piano sino a che non aveva sentito le ruote toccare per terra. Allora aveva spento il motore, per evitare un incendio in caso d'incidente, ed aveva lasciato che l'aereo si fermasse da solo. A quel punto si erano riaccese tutte le luci e lui ed il compagno di volo si erano guardati in faccia, pallidi come due morti, increduli di essere ancora tutti interi e vivi.........il Santo aveva sicuramente allungato la sua mano su di loro. Una nave da guerra ancorata nel Canal Grande a Venezia. Nella casa in primo piano c'è scritto "Hotel Italia" Panorama sconosciuto Villa ? Il primo a destra è Gavino Meridda Un pilota con le sue ammiratrici. Si noti la stella bianca a cinque punte che le donne hanno al collo legata ad un nastrino che sembra "tricolore". Forse erano le così dette "Madrine di Guerra". Le fotografie che seguono si riferiscono ad una processione ad AIELLO del Friuli. (Forse è già finita la guerra). I militari in primo piano La maggior parte dei partecipanti sono donne, vecchi e bambini. Gli uomini validi o sono ancora sotto le armi o sono morti. La processione è arrivata in chiesa. Si tratta della chiesa di Sant'Ulderico di Aiello del Friuli. ------------ §- Le fotografie di Aiello del Friuli sono state identificate dalla Dottoressa Alessandra Martina dei Musei Provinciali di Gorizia alla quale va il mio più vivo ringraziamento. |