A sinistra si può vedere  "Su Lincorniu". Si ratta di una sezione di corno di cervo, legata ad una fettuccia di pelle, che veniva immersa in un bicchiere d'acqua per fare la così detta "medicina dell'occhio" che serviva a scacciare il malocchio dalle persone, dagli animali   dalle cose. Il tutto veniva accompagnato da un particolare rituale e da preghiere.  A destra c'è "Sa Barrighedda de S'Arizzu". La mascella di un riccio di terra che se carbonizzata, grattata in un bicchiere d'acqua e poi bevuta pare facesse guarire da tantissimi mali. Sopratutto era indicatissima   per i problemi alla prostata. La pelle di biscia veniva conservata accuratamente perché pare fosse molto efficace contro il mal di pancia dei bambini. Bastava metterne un pezzetto nel loro ombelico.  Anche un pezzetto dissecato di pianta di fico d'india pare avesse un ottimo effetto contro diversi mali e dolori. Lo si metteva a scaldare dentro dell'acqua calda e poi lo si poggiava nella parte dolente. Le medicine più comuni erano quelle contro la malaria. Tra le medicine della tradizione popolare c'erano anche i tamponi emostatici ricavati dai setti cotonosi che si trovano dentro le canne in prossimità  del nodo. Venivano applicati sopra le ferite e pare avessero il potere di arrestare l'emorragia. Per averli sempre a portata di mano se ne conservava una certa quantità  dentro una boccetta. |